Author: Saulo Lucci
Poor Gateau: Purgatorio XIX-XX
Purgatorio XVII-XVIII: Gli Accidiosi
Hell O’ Dante presso Sala Scicluna
Poor Gateau: Gli Iracondi
Poor Gateau: evento posticipato
Hell O’ Dante CANTO XIII
L’unica selva dell’inferno (poiché quella “oscura” ne è ancora fuori) è costellata da rovi e pruni senza frutti né fronde, carceri nei quali sono incatenate le anime dei suicidi, divelti tanto dalle arpie quanto dagli scialacquatori inseguiti eternamente da nere cagne correnti che ne divellono le membra.
L’incontro con il protonotaro, il logoteta, il guardasigilli, il primo ministro… sì insomma l’amichetto dell’imperatore Federico II di Svevia, è caratterizzato da una retorica che ricalca lo stile letterario del personaggio storico, che unita a uno stile sempre concordante alla straziante condizione dei dannati, rende questo XIII d’Inferno quello che l’illustre commentatrice definisce il “più perfetto della cantica”.
Ebbene sì, l’illustre commentatrice si permette di dire “il più perfetto”.
Perché all’illustre commentatrice ‘un je devi rompere i…
Purgatorio XIII-IX
Resi ciechi da fil di ferro che ne cuce e serra gli occhi, gli invidiosi attendono seduti sostenendosi spalla a spalla lungo ripa del monte che tutti li sostiene, non potendo far altro che ascoltare le voci volanti che passando sopra le loro teste invitano all’amore e ammoniscono dall’invidia.
Invidiano gl’invidiosi la condizione del vivo poeta la cui anima si porta ancora addosso il proprio corpo. Dante percepisce il privilegio di vedere non essendo veduto, realizzando che non è questo un peccato da cui deve purificarsi visto che è la cornice precedente, quella dei superbi, che lo tratterrà lungamente dopo la morte…
Inferno Canto X: Eretico Farinata
INFERNO X
“O TOSCO CHE PER LA CITTÀ DEL FOCO…”è il perentorio richiamo che Dante si sente indirizzare da Manente di Jacopo degli Uberti, erto col petto e con la fronte, infastidito dalla condanna che subisce come eretico, meglio conosciuto come: Farinata!
Una scampagnata in mezzo al cimitero della città di Dite diventa una “rimpatriata” – termine azzeccatissimo – tra vecchi amici e nemici dei quali solo alcuni (i dannati) hanno perso il loro legame con Dio e altri hanno perso la patria, ma questo Dante ancora non lo sa… O forse lo ha appena scoperto.