La destra mano di Guido ci ha condotti in uno dei luoghi più sinistri. Senza incontri con dannati, nessun personaggio davvero centrale neanche svolto in un unico luogo, il IX canto funge da passaggio tra il quinto e il sesto cerchio e racconta l’attraversamento della porta della città di Dite.
Il terrore di Dante nel vederla sbattere in faccia al maestro in chiusura di VIII, cresce di fronte alla comparsa delle Erinni che invocano la Medusa (‘A donna riccia – Renato Carosone), allegorie dell’eresia, peccato condannato nel cerchio in cui stanno entrando.
A superare tali ostacoli non basteranno le parole di Virgilio che quindi attende non senza qualche dubbio l’arrivo di un messo celeste non altrimenti identificato (Angel of Harlem – U2) che con sprezzante disgusto usa la sua bacchetta magica per dischiudere l’invalicabile uscio.
Il nuovo paesaggio offerto agli occhi dei due viandanti sembra quasi bucolico, non fosse per le arche sepolcrali sparse d’ogni parte. Non si notano anime, ma dall’apertura dei sarcofagi infuocati escono terribili lamenti appartenenti agli eretici di ogni sorta (In hell I’ll be in good company – The dead south).
HELL O’ DANTE
Tutti i Mercoledì ore 21:30
Via Antonio Cecchi, 17 TORINO
Info e Prenotazioni 328 606 2118